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Sullo scorcio del Cinquecento Romano Alberti (1540 ca.-1600 ca.), pittore originario di Sansepolcro, accademico di San Luca e noto trattatista d'arte, allestiva il suo canzoniere, oggi testimoniato dal solo codice XIII D 54 della Biblioteca Nazionale " Vittorio Emanuele III" di Napoli. Si tratta di una raccolta eterogenea, che allinea 162 componimenti tra sonetti (90), madrigali (49), capitoli in terza rima (15), ottave rime (3), epigrammi (3) e canzoni (2), chiaramente impostata secondo criteri metrici e tematici. Da essa, Ciro Perna ha estratto i 15 ternari, in quanto, a differenza degli altri componimenti, tutti ascrivibili al petrarchismo tardocinquecentesco, presentano una più marcata caratterizzazione e costituiscono un rilevante documento dello sviluppo del genere satirico che, dalle prove ariostesche e bernesche, aveva già percorso una complessa linea evolutiva. Pubblicati in edizione critica e corredati da apparati esegetici ed ecdotici, i capitoli ternari risultano di fondamentale importanza per la ricostruzione del percorso biografico e letterario dell'Alberti. Amicizie, amori, incontri, passioni letterarie, viaggi: l'autore instaura un fitto dialogo con i suoi corrispondenti (tra i quali figurano anche gli Accademici della Crusca), dove acquista valore la riflessione, talvolta risentita, sugli eventi e sulle difficoltà del presente, spesso supportata da efficaci apologhi o elaborata in forma di epistola in versi.